La placca della regina Costanza di Aragona

Iscrizioni:

sulla fascia anteriore incisa:+ // HOC EST CORPUS DO[ MI ]NE // CO[ N ]ST[ A ]NCIE ILLUSTRIS

ROMA// NOR[ UM ] IMPERATRICIS SE[ M ]P[ ER ] AUGU// STE ET REGINE SICIL[ IE ] UXORIS // DO[ MI ]NI I[ M ]P[ ER ]ATORIS FREDERICI ET FILIE // REGIS ARAGONU[ M ] OBIIT AUT[ EM ] ANNO // D[ OMI ]NICE INCARNACIO[ N ]IS MILL[ ESIM ]O CC // X° XX° XXIII° IUNII X INDIC[ IONIS ] // IN CIVITATE CATANIE

Il 18 Ottobre del 1491, quando per la prima volta venne aperto l’imponente sarcofago dell’imperatrice, trovarono il corpo della regina ancora ricoperto dalla coltre funeraria in broccato, sormontata da un disco con l’iscrizione identificativa (fig.16).

"chi fu truvata una patena di ramu supra unu pannu di oru subtu lu quali chi era un corpu mortu, in la quali patena lu epitaphiu Hoc est corpus"; queste sono le parole dell’atto senatorio.

Inizialmente, infatti, forse l’ossidazione della suddetta placca, indusse in errore gli studiosi, tanto da spingerli a ritenere che fosse di rame. Troviamo anche delle inesattezze nella trascrizione dell’epigrafe; viene anticipata l’iscrizione relativa al suo legame con Federico rispetto a quella del suo titolo regale, oltre a omissioni e aggiunte (cfr. A. Inveges, ms. sec. XVIII, Qq H 137, f. 376v ; e J. M. Amato, De principe templo…, 1728, p. 312).

Insieme al corredo rinvenuto, viene nuovamente riposto nel sarcofago, dentro la cassettina lignea posta ai piedi del corpo, dove rimarrà fino alla successiva riapertura settecentesca. In quell’occasione verrà riconosciuta la sua natura argentea e verrà fornita l’esatta successione grafica dell’iscrizione, grazie alla descrizione del Daniele corredata dal rilievo grafico del Manganaro (cfr. F. Daniele, I regali sepolcri…, 1784, fig. a p. 68).

L’iscrizione è incisa a bulino su nove righe definite da linee ben definite, ed è sormontata da una croce ramponata; tre sono i fori, perfettamente visibili, che dovevano servire al suo fissaggio, due più grandi in alto ed uno più piccolo in basso al centro; sul retro troviamo i segni relativi alla inventariazione del 1848 (cfr. C. Guastella, Il corredo funerario…, 1995, pp. 59-62): una targhetta quadrata di carta con scritto a penna il numero 521 e la lettera D.

L’iscrizione riporta le intitolazioni di Costanza nella stessa formulazione attestata dalla diplomatica, con l’aggiunta dei riferimenti alla sua discendenza reale e alla sua morte.

Ci si chiede il motivo della presenza di questa placca all’interno del sarcofago, assente nelle altre tombe reali. Probabilmente è dovuta al lungo viaggio che la salma dovette compiere per raggiungere il duomo palermitano, a soli due anni dall’incoronazione imperiale.

L’iscrizione si presenta come un miscuglio di grafie diverse: capitali, onciali, maiuscole e minuscole insieme.

 

Bibliografia:

A. Inveges, ms. sec. XVIII, Qq H 137, f. 376v ; F. Daniele, 1784; C. Guastella, 1995.